Parità di genere: ecco dove ha funzionato la legge elettorale

27/05/2014

L.elettorale: ancora in standby emendamenti parità genere

Nei primi mesi di campagna, quando il Parlamento italiano dibatteva le regole per la nuova legge elettorale italiana, grandi polemiche ha sollevato il tema delle “quote rosa”, respinto dal Parlamento nonostante la mobilitazione trasversale delle donne. Ma mentre la parità di genere veniva esclusa dalle politiche, per le europee si stabiliva un vincolo sulla terza preferenza, che doveva essere necessariamente di sesso opposto rispetto alle prime due, qualora si trattasse di due uomini o due donne. Scorrendo i dati che descrivono il responso delle urne, si può osservare dove la regola ha davvero garantito la parità di genere o dove non c’è riuscita, dimostrando che le regole sono solo un pezzo del problema, che resta vivo e  tutto da affrontare nella distribuzione del potere di certe strutture partitiche e nell’empowerment reale che le donne in quegli ambienti ricevono. Lasciando ai più esperti ogni altra considerazione, diamo una rapida scorsa ai numeri:

Quattordici donne hanno guadagnato un seggio nell’Europarlamento nelle liste del Partito Democratico, su un totale di 31 seggi conquistati con le urne dalla compagine di Matteo Renzi. Un lieve vantaggio degli uomini, insomma, bilanciato dall’altrettanto misurata maggioranza “rosa”  del Movimento 5 stelle, dove sono nove le elette su un totale di diciassette seggi conquistati. Nessuna donna eletta, al contrario, nelle liste di Nuovo Centro Destra e Lega Nord, che destinano rispettivamente i propri 3 e 5 seggi a delegazioni tutte al maschile. Per quanto riguarda l’Altra Europa con Tsipras, se, come sembra, le rinunce di Moni Ovadia e Barbara Spinelli dovessero aprire le porte dell’Europarlamento ai secondi di ciascuna lista, volerebbero a Bruxelles Curzio Maltese, Marco Furfaro e Eleonora Forenza: due uomini e una donna, insomma. Infine, è una presenza decisamente minoritaria quella delle donne nell’elenco degli eletti di Forza Italia all’Europarlamento: sono quattro in tutto, contro nove uomini.

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