“Uguaglianza piena, nessuna discriminazione: applichiamo l’articolo 3 della Costituzione”

09/05/2014

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In Italia hanno sollevato grosse polemiche alcuni opuscoli realizzati per la forma-
zione degli insegnanti sui temi della discriminazione per orientamento sessuale e
identità di genere; altrettante polemiche ci sono state per  i laboratori per bambini,
realizzati in diverse parti d’Italia, in cui, attraverso favole “rivisitate” si  tentava di
scardinare alcuni stereotipi. Le polemiche riguardavano in entrambi i casi l’opportu-
nità di mettere l’infanzia a contatto con alcuni temi, come l’omosessualità. Lei che
ne pensa?

“È importantissima una formazione sin da piccoli. E oggi bisogna lavorare soprattutto con i bambini, proprio perché i bambini sono privi di pregiudizi. Sono persone più indicate con cui iniziare una corretta informazione, formazione e sensibilizzazione: i bambini sono come le spugne, capaci di assorbire tutto senza pregiudizi e preconcetti”. Per cui è importante che vengano formati e sensibilizzati  nel giusto modo, bisogna avere un’apertura in tutto, stessa cosa per le religioni, l’Italia è un paese a stampo cattolico, ma bisognerebbe conoscere non soltanto determinate categorie, avere un’apertura nei confronti dell’altro, avere una visione quanto più aperta possibile proprio per evitare che crescendo si creino determinate stigmatizzazioni, etichettamenti e omofobia appunto”.

 Nella sua famiglia assumerebbe una babysitter o un babysitter transessuale?

“Assolutamente si, non mi creerebbe nessun problema, nessun tipo di imbarazzo, credo siano persone estremamente sensibili quindi probabilmente sarei portata ad avere anche una fiducia maggiore. Nel momento in cui ho davanti un bisessuale, una transessuale, un gay o una lesbica non ho  preconcetti, e non mi pongo domande se devo frequentarle o fidarmi o meno, io le considero persone uguali a tute le altre. Spesso si ricade nel discorso di dare loro una maggiore attenzione, una maggiore cura cadendo così in altre forme di discriminazioni, di compassione, vedendo in loro una diversità che non c’è . Nel momento in cui si vuole sottolineare una parità di genere, di sesso, non c’è la parità. Siamo tutti uguali”.

Alcuni giorni fa il sindaco di Grosseto, sulla base di una sentenza favorevole del tri-
bunale della sua città, ha registrato negli atti comunali il matrimonio tra due uomini
celebrato all’estero. Sentendo la notizia cosa ha pensato?

“Sarebbe un precedente che potrebbe essere seguito da tanti altri sindaci, a livello di istituzione. Ci dovrebbe essere una apertura che in italia manca, e anche a livello europeo l’Italia è uno dei pochissimi paesi che ancora non ha varato alcuna forma di legge per equiparare i diritti lgbt ai diritti di tutti gli altri cittadini. Appunto bisognerebbe seguire l’esempio del sindaco di Grosseto e favorire l’unione civile tra coppie omosessuali. Peraltro, questo rientra anche nel programma presentato a rende (Cs) dalla lista comunale, Domenico Miceli M5s, questo perché ci crediamo veramente e perché bisogna fare qualcosa di concreto, e dobbiamo iniziare noi, adesso che abbiamo la possibilità di muoverci con azioni reali, fisiche, vere, altrimenti si rischia di parlarne all’infinito e strumentalizzare senza concretizzare. E poi siamo stati sollecitati più volte proprio dall’Europa per istituire e tutelare i diritti di queste persone. Che poi non si parla di benefici, di privilegi, si parla di diritti che devono spettare a tutti, sono diritti umani, quindi non si deve entrare nell’ottica di una concessione, ma si dovrebbe entrare nell’ottica di una tutela che è garantita a tutti, comunque si parla dell’art 3 della costituzione italiana, eguaglianza senza discriminazioni di alcun tipo, stiamo parlando delle basi, che ancora nel 2014 non esistono”.

In Uganda e in altri paesi dell’Africa le persone omosessuali sono bersaglio di una
vera e propria persecuzione di stato che li costringe a nascondersi e spesso perfino
a scappare dal proprio Paese. L’Europa è nella maggioranza dei casi la terra verso
la quale fuggono: che azioni possono essere messe in campo per prendere co-
scienza a pieno di questo fenomeno e per esercitare un ruolo su ciò che l’origina?

Bisogna lottare assolutamente contro persecuzioni…La maggior parte delle persone fugge verso l’Europa, ma poi in Europa ci sono paesi come l’Italia che non hanno leggi per tutelarle. Sicuramente dovremmo equipararci a questi Paesi che sono molto più evoluti, avanti.

Dopo l’approvazione in Russia delle cosiddette norme “anti-gay”, molti capi di stato
mondiali hanno disertato l’inaugurazione dei giochi olimpici di Sochi per manifestare
il proprio dissenso. Enrico Letta, allora primo ministro italiano, partecipò: lei che
avrebbe fatto al posto suo?

“Io non mi sarei comportata come Enrico Letta. È importante che chi si trova nelle istituzioni debba avere il coraggio di affrontare questi temi, gli esponenti dei partiti politici hanno molta ritrosia perché andrebbero a colpire un determinato tipo di elettorato e a perderne un altro, ed allora, piuttosto che perdere un pacchetto di voti preferiscono stare con un piede dentro ed uno fuori dalla scarpa, e per non essere accusati di omofobia appoggiano determinate cose però poi di fatto non ne pongono in essere azioni concrete ed eclatanti che abbiano maggiore visibilità proprio per evitare di essere attaccati da chi non vede di buon occhio certi argomenti. Soprattutto in Italia dove la Chiesa ha un ruolo schiacciante e limita, e frena molto il riconoscimento di questi diritti, ecco perché c’è bisogno che i nostri parlamentari ed il nostro capo del governo si prendano le loro responsabilità a riguardo ed agiscano”.

Barilla è stata bersaglio di un poderoso boicottaggio mondiale dopo una dichiara-
zione del presidente da molti definita omofoba. La notizia fece il giro del mondo e
Guido Barilla fu costretto più volte a scuse pubbliche. Lei che idea si è fatto di quel-
la vicenda?

“Il caso Barilla è stato molto discusso e strumentalizzato, abbastanza, perché alla fine tutti quelli che l’attaccavano non erano da meno. C’è chi si espone del tutto e chi no, ma anche chi si espone a metà. Ovviamente è stata un’uscita poco felice quella di Guido Barilla, il fatto di puntare sulla famiglia del mulino bianco. La famiglia sono due persone che si vogliono bene al di la del sesso, che si amano. Sono due persone che vogliono costruire una famiglia, un nido, con dei figli, per cui si deve andare oltre a questi stereotipi appunto da Mulino Bianco, la mamma e il papà sorridenti, no, bisogna affrontare temi reali e non immaginari, ideali, idilliaci. Però il caso fu abbastanza strumentalizzato da chi critica ma poi di fatto non fa nulla di concreto”.

(Intervista realizzata da Silvio Cilento)

europee, Laura Ferrara, Movimento 5 stelle, sud,