Cécile Kyenge: “Corridoi umanitari per chi scappa dalle leggi anti-gay”
23/05/2014
Arcigay “Matthew Shepard” di Modena ha incontrato Cécile Kyenge, ex Ministra per l’Immigrazione nel governo Letta, attualmente deputata e candidata per il Pd alle Europee, nella Circoscrizione Nord Est
Ha fatto molto scalpore la sentenza del tribunale di Grosseto che autorizza la trascrizione nel registro di Stato civile di un matrimonio tra persone dello stesso sesso contratto all’estero. Lei che ne pensa?
“Da tempo la realtà sociale e giuridica di molti paesi europei, ma non solo, ha fatto enormi passi avanti nel riconoscimento dei diritti di chi decide di formalizzare il proprio legame affettivo. In Italia, come sappiamo, siamo ancora indietro, nonostante negli anni siano state presentate diverse proposte che però non hanno mai portato ad una conclusione normativa di qualsivoglia natura. Ritengo però che socialmente l’Italia sia pronta a fare decisi passi avanti in questo senso. Anche senza etichettare con la parola “matrimonio” un’unione omosessuale, certamente è fondamentale riconoscere e garantire parità di diritti a queste coppie. Non è giusto che persone che hanno passato una vita insieme si vedano impossibilitate ad assistere il partner in ospedale o si trovino stritolate in incredibili procedure burocratiche in caso di morte della persona amata. Ecco perché, anche se comprendo le difficoltà di riformare il nostro attuale ordinamento, sarebbero importanti singole iniziative da parte delle realtà locali, per cogliere e interpretare quello che è ormai un sentimento diffuso nel Paese”.
L’intervento di Vladimir Luxuria in un’assemblea degli studenti al liceo Muratori di Modena è diventato un caso nazionale: lei sulla vicenda che idea si è fatta?
“Mi sono spesa personalmente per venire a capo della questione. Vladimir Luxuria è una persona che stimo e apprezzo. Porta avanti le proprie battaglie civili con una forza tranquilla. Dal mio punto di vista non esistono diritti di serie A e di serie B, esistono solo diritti. Tra i quali comprendo quello fondamentale di esprimere liberamente la propria opinione quando questa non violi la legge. Sono convinta inoltre che i nostri ragazzi siano molto più avanti di quanto lo possiamo essere noi adulti, o una parte di noi, almeno di quelli che continuano a bloccare l’adeguamento della nostra legislazione a quelle più avanzate in Europa. Quindi Vladimir doveva potersi esprimere al liceo Muratori, e lo ha fatto”.
Un altro caso che ha sollevato molte polemiche è quello della diffusione di opuscoli sul sesso sicuro in una scuola superiore di Reggio Emilia…
“Sono favorevole all’informazione. Sempre. E certo censurare la conoscenza è tra i più gravi errori che una società possa fare. Detto questo, alcune perplessità rispetto all’opuscolo credo derivassero più dal linguaggio utilizzato che dai contenuti espressi. Su questo sono più rigida. Credo che la funzione educativa della scuola non debba comprendere un adeguamento verso il basso di un certo tipo di linguaggio “quotidiano”, ma al contrario continuare a lavorare per mantenerne un alto livello. Una volta chiarito questo aspetto, non vedo perché essere contrari alla sua distribuzione”.
Un’ultima domanda: fuori dall’Europa, in Uganda ad esempio, vengono approvate leggi contro le persone omosessuali, che le rendono bersaglio di violenze e persecuzioni. Come è possibile intervenire?
“Che dire di quei paesi che ancora mantengono – o addirittura creano ex novo, come il caso dell’Uganda – simili leggi aberranti? Quello che possiamo fare sono tutte le pressioni possibili e immaginabili a ogni livello governativo, come Italia e come Ue. Inoltre, creare corridoi umanitari per i richiedenti asilo, semplificando tempi e modalità della richiesta di asilo. Questo come misura che aiuterà sia le persone in fuga per motivi di discriminazione sessuale, sia le persone che scappano da calamità, guerre e altri tipi di persecuzione e violenza”.
Cecile Kyenge, Pd,