Simona Suriano (M5S): “Famiglia è dove ci si vuole bene”

21/05/2014

catania

Arcigay Catania ha incontrato Simona Suriano, candidata per il Movimento 5 Stelle  nella Circoscrizione delle Isole. Ecco l’intervista:

In Italia hanno sollevato grosse polemiche alcuni opuscoli realizzati per la formazione degli insegnanti sui temi della discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere; altrettante polemiche ci sono state per i laboratori per bambini, realizzati in diverse parti d’Italia, in cui, attraverso favole “rivisitate” si tentava di scardinare alcuni stereotipi. Le polemiche riguardavano in entrambi i casi l’opportunità di mettere l’infanzia a contatto con alcuni temi, come l’omosessualità. Lei che ne pensa?

“Io credo che in Italia siamo ancora molto ancorati a un’idea classica di famiglia, non siamo aperti alle novità, forse anche per la presenza predominante dello Stato Vaticano e questo poi ha inevitabilmente delle ripercussioni anche nelle scuole. Secondo me c’è ancora molto da lavorare”.

Cosa significa per lei famiglia?

“Per me famiglia è un nucleo di persone che si vogliono bene con o senza figli, possono essere anche due persone, non necessariamente di sesso diverso, come previsto tra l’altro nella costituzione o nel codice civile. Per me famiglia possono essere anche due fratelli, due sorelle o persone dello stesso sesso che convivono”.

Nella sua famiglia assumerebbe una babysitter o un babysitter transessuale?

“Sì, tranquillamente”.

Alcuni giorni fa il sindaco di Grosseto, sulla base di una sentenza favorevole del tribunale della sua città, ha registrato negli atti comunali il matrimonio tra due uomini celebrato all’estero. Sentendo la notizia cosa ha pensato?

“Che finalmente qualcuno è più avanti di noi, che finalmente riconosce la normalità, oltre che dare la gratificazione a due persone che si vogliono bene di veder riconosciuta a livello giuridico la loro unione. Così come se due persone di sesso diverso che si vogliono sposare per certificare di fronte al mondo intero di essere una famiglia non vedo perché due persone dello stesso sesso non lo possano fare. Questi piccoli atti, così come anche il registro delle unioni civili a Catania, sono per me piccoli passi verso l’apertura a nuove forme di famiglia”.

In Uganda e in altri paesi dell’Africa le persone omosessuali sono bersaglio di una vera e propria persecuzione di stato che li costringe a nascondersi e spesso perfino a scappare dal proprio Paese. L’Europa è nella maggioranza dei casi la terra verso la quale fuggono: che azioni possono essere messe in campo per prendere coscienza a pieno di questo fenomeno e per esercitare un ruolo su ciò che l’origina?

“Secondo me l’unione europea dovrebbe essere ferma nel condannare certi atteggiamenti così come è ferma nel condannare tutte le discriminazioni nei confronti delle libertà civili, così come è pronta a mettere le mani avanti contro atti di repressione in generale, contro la libertà di stampa, dovrebbe condannare allo stesso modo questi atteggiamenti, anche nei paesi extra UE. Ovviamente si tratta di 28 stati che darebbero un chiaro e forte segnale al resto del mondo, purtroppo all’interno dell’Unione Europea stessa ci sono ancora alcuni stati che, per ciò che riguarda la discriminazione degli omosessuali, sono molto più indietro di noi, quindi non è facile avere un’unica visione europea”.

Dopo l’approvazione in Russia delle cosiddette norme “anti-gay”, molti capi di stato mondiali hanno disertato l’inaugurazione dei giochi olimpici di Sochi per manifestare il proprio dissenso. Enrico Letta, allora primo ministro italiano, partecipò: lei che avrebbe fatto al posto suo?

” Io credo che l’Italia sia come sempre incapace a prendere una posizione  ferma e netta di fronte ai grandi potenti del mondo. Non credo che Letta approvasse personalmente la linea di Putin, ma la sua incapacità di imporsi e di alzare la testa ci ha fatto fare un’ennesima brutta figura. Personalmente avrei ovviamente disertato l’apertura dei giochi olimpici, mi sembra vergognoso che ancora nel 2014 non si riconosce e non si voglia accettare l’esistenza di diverse forme di sessualità, di amore e di famiglia”.

Barilla è stata bersaglio di un poderoso boicottaggio mondiale dopo una dichiarazione del presidente da molti definita omofoba. La notizia fece il giro del mondo e Guido Barilla fu costretto più volte a scuse pubbliche. Lei che idea si è fatto di quella vicenda?

“Continuo a pensare che in Italia le riforme e i cambiamenti culturali sono sempre lenti ad attecchire e la tristezza e il rammarico nel vedere questa lentezza si vede in tutto. Anche in questa campagna elettorale la gente, verso i nuovi movimenti e le nuove forme politiche, è sempre reticente e diffidente. L’Italiano in genere non è aperto alle novità, che devono arrivare a poco a poco. Una cosa positiva che comunque noto è che in alcuni film o telefilm americani comincia a comparire la figura di famiglie omosessuali e questo giova secondo me a introdurre nell’immaginario collettivo il modello di famiglie composte anche da persone dello stesso sesso”.

 

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