Fondi strutturali europei: l’Italia cancella la lotta alle discriminazioni

05/08/2014

Consiglio dei Ministri
L’allarme era già partito il 22 luglio scorso, quando le associazione del movimento lgbti italiano (Agedo, Arcigay, ArciLesbica, Associazione Radicale Certi Diritti, Equality Italia e Famiglie Arcobaleno) avevano scritto al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, per chiedere un incontro urgente. L’obiettivo era quello di verificare la possibilità di inserire il riferimento esplicito alle azioni antidiscriminatorie in ambito lavorativo, con particolare riferimento a orientamento sessuale e identità di genere, sia nella bozza di Accordi di Partenariato che nella bozza di PON Inclusione sociale, i documenti che permettono l’accesso ai Fondi strutturali europei.  La decisione di eliminare in modo netto l’obiettivo “Lotta contro tutte le forme di discriminazione e per la promozione di pari opportunità” e di sminuzzare le azioni antidiscriminatorie in molti rivoli all’interno del documento stesso aveva insomma messo in allarme le associazioni lgbti.  “La corretta implementazione degli Accordi di Partenariato e della bozza di PON Inclusione sociale – dichiaravano allora i portavoce in una nota –  è una occasione importante e concreta per dimostrare che diritti e tutela delle persone LGBTI sono davvero nell’agenda politica del governo a tutti i livelli”.
Ma la richiesta inoltrata al Ministro è caduta nel vuoto: in data 24 luglio il Ministero del Lavoro ha affermato dell’avveduta formale trasmissione agli uffici della Commissione Europea del PON Inclusione sociale, confermando l’eliminazione dell’obiettivo “Lotta contro tutte le forme di discriminazione e per la promozione di pari opportunità” e di ogni riferimento all’orientamento sessuale e all’identità di genere tra le cause di potenziale discriminazione o alla Strategia nazionale LGBTI.
“Prendiamo atto della mancata risposta da parte del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali alla nostra richiesta d’incontro urgente – dicono amari i portavoce delle associazioni – Agiremo in sede europea per far sì che l’Accordo di Partenariato tra Italia e Unione Europea e il PON Inclusione sociale dell’Italia rispettino gli standard europei in tema di antidiscriminazione e chiediamo sin d’ora alla Commissione Europea di vigilare sul caso italiano”.
AGEDO, Arcigay, ArciLesbica, Associazione Radicale Certi Diritti, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno

 

Fondi strutturali europei, Giuliano Poletti,